Mia mamma lo chiama fegalo alla vicentina. Sul molinari pradelli la ricetta di mia mamma è più vicina a quella indicata come fegato alla triestina. Insomma, sempre di fegato si tratta e noi non mangiavamo fegato da un saaaaacco di tempo.
Affetto abbastanza sottilmente una cipolla (di quelle dorate), la faccio appassire in burro e olio, a fuoco dolce.
Intanto taglio le fette di fegato a strisce e le infarino.
Quando la cipolla è appassita e inizia a dorare, aggiungo le striscioline di fegato e faccio rosolare a fuoco sostenuto, mescolando spesso perché non attacchi.
Sciolgo in mezzo bicchiere di vino del triplo concentrato di pomodoro (mutti è molto buono, io ultimamente uso il conad perché il mutti non lo trovo).
Verso il vino sul fegato, mescolo e abbasso il fuoco. Lascio finire di cuocere ancora qualche minuto, salpimentando (quanto mi piace questo termine spagnolo!) alla fine.
L’ho servito con una insalatina dell’orto tagliata sottile e carote a scaglie, condita con olio evo, sale e balsamico tradizionale.
Praticament eun fegato alla veneziana in rosso. Proverollo!
Invece alla veneziana è solo con il vino, senza concentrato?
Se continui col burro il marito diventa maritozzo :-)))))
Non è il burro, sono le torte che lo fregano, come quella di ieri, ma è un discorso che farò a parte 🙂
Più o meno. Io non infarino neppure. Cipolla a stufare, aggiungere fegato a strissioline, pepe in grani, magari un chiodo di garofano, sfumare con il vino e GNAMM!
Ma senza farina, niente puccino con il pane!
Senza farina puccino con il pane nel sughino un po’ più liquido. A meno ché non lo servi con la polenta (che, IMHO, è la morte sua).
Interessante, con la polenta non ci avevo pensato! La proveremo…
Pare interessante lo provero in Grecia