Ho pensato di morire lì, nella piscina che sembrava una tonnara, all’incirca alla 60ma vasca: ero distrutta dalla fatica.
Ho pensato di morire lì, sulla strada del ritorno, quando con la bici ho pensato bene di fare la “scorciatoia”: la scorciatoia aveva una salitona e io avevo i crampi.
Ho pensato di morire lì, sulla porta della cucina, quando mi sono accorta con delusione che il marito non aveva preparato la cena come speravo: avevo i crampi dalla fame.
Ho pensato di morire lì, sul tavolo della cucina, quando per distrarmi un attimo ho acceso il portatile, e distrattamente la mano ha colpito il bicchiere di succo di frutta, inondando la tastiera: avevo i crampi dall’ansia.
Ho pensato di morire lì, in cucina, quando il marito ha smontato il portatile e sentenziato che la tastiera andava lavata e asciugata con cura; ha aggiunto che difficilmente sarebbe riuscito a fare il miracolo.
Ho pensato di morire lì, in cucina, quando il marito ha fatto il miracolo e il portatile è ripartito…
consuè, hai sbagliato il link dalla home page di http://www.consy.it al tuo blog.
punta ancora a splinder!
Sbagliato è una parola grossa, non l’avevo ancora corretto 🙂
(tnx, prima o poi risistemerò anche il sito)
ma si, facciamo tutti così… prima diciamo che è impossibile (quando è facilissimo) e poi facciamo “il miracolo”…
perchè? ma per la ricompensa, ovvio!! 🙂 🙂
(che è sto captcha qua sotto? AKISMET! e non ci pensi più…)
Tambu, dici che è per la ricompensa, vero? Che mente diabolica!
Dici che akismet è meglio? Mo provo…
cosi impari a mettere mano al portatile quando hai fame, e sei stanca morta ;P