A distanza di quasi un anno dal terribile terremoto, in abruzzo c’è ancora tanto bisogno di aiuto.
Io domattina inoltrerò un ordine a Sorelle Nurzia, e voi?
A distanza di quasi un anno dal terribile terremoto, in abruzzo c’è ancora tanto bisogno di aiuto.
Io domattina inoltrerò un ordine a Sorelle Nurzia, e voi?
Sono piuttosto puntigliosa nell’arte di evitare gli sprechi, ma anche parecchio creativa e così, un giorno che avevo:
– 1 limone privato della buccia (usata nella crostata)
– 1 finocchio superstite dell’orto (*)
– del triste pollo a fettine (**)
è venuta fuori questa padellata di pollo e finocchi al limone e origano, che ormai faccio spessissimo perché è risultata parecchio sfiziosa. Commento del marito dopo il primo assaggio: “non lo avrei mai pensato così buono!”.
Si prende il finocchio, lo si taglia a pezzi grossi e, dopo averlo ben lavato, si fa a fettine non troppo sottili. Si mette quindi nel wok (o in padella) a saltare a fuoco vivace con poco olio, un generoso pizzico di origano e sale, tenendo coperto.
Quando il finocchio è a metà cottura si unisce il succo del limone, il pollo tagliato a striscioline, poco altro sale e si lascia cuocere sempre a fuoco altino, ma con il coperchio leggermente scostato dal wok, rimestando ogni tanto.
Il pollo cuoce in pochi minuti e il sughino si restringe, consentendo comunque di osare una goduriosissima scarpetta.
Il limone si sposa benissimo sia con l’origano che con il finocchio, infatti spesso preparo i soli finocchi con questo procedimento ottenendo un contorno saporito e profumato. Una vera sorpresa!
(*) Quest’anno, pur avendo piantato tantissimi finocchi, ne abbiamo mangiati davvero pochi: le piogge abbondanti hanno rovinato una buona parte del raccolto. Non soltanto i finocchi, ma anche i radicchi, le verze, i crauti… per non parlare dei porri che adesso raccoglierò per disperazione, ma di 36 che erano all’inizio… forse forse ne riusciremo a mangiare 5 🙁
(**) Il petto di pollo a fettine è triste. Punto. Però ha il dono della versatilità, per cui in casa non manca mai. Andate a vedere Precisina come lo ha reso sfizioso 🙂
Questa ricetta l’ho promessa a Nadia-Precisina e Sandra-UnToccoDiZenzero, a tavola di fronte a un piatto di carbonara dell’Arcangelo… ha quindi valore di giuramento 🙂
Continua l’avventura con il lievito madre e, nell’ottica di mantenere i due (minimo) rinfreschi a settimana, quando la primavera incombe e la ciccia superflua deve essere smaltita, non si può sempre cucinare pane no? Allora ripieghiamo su altre preparazioni che compongono la nostra meravigliosa dieta mediterranea… pizza!
Il lievito si è così stabilizzato e ha un gusto così poco acido che, ormai, uso una parte del rinfresco direttamente per farci la pizza. Il segreto sta nel fare un rinfresco piuttosto molliccio. Dopo averne messo via una parte, aggiungo il sale, l’olio, un pizzichino di zucchero e mescolo bene per farli assorbire. Poi unisco altra farina manitoba per portare a giusta consistenza e faccio lievitare per qualche ora.
Per il condimento, pulisco e lavo i pioppini. Li salto in padella con uno spicchio d’aglio, peperoncino, olio e sale. Faccio cuocere coperti, aggiungendo verso la fine del prezzemolo tritato.
Stendo l’impasto della pizza in una teglia unta d’olio. Dispongo delle fette di prosciutto cotto a coprire tutta la pizza, poi i pioppini, infine la provola tagliata sottile.
Cuocio in forno ben caldo, alla massima temperatura e con ventilazione inserita, per circa 20 minuti (dipende dallo spessore della pizza: io non la faccio molto sottile).
Ed ecco che con la pizza alle 4 o 5 P (prosciutto cotto, pioppini, prezzemolo, eventuale peperoncino, provola) ho ricominciato a scrivere sul blog, come da più parti mi veniva richiesto 🙂
Spero soltanto di essere costante, ché non ho ancora vinto al Superenalotto e mi tocca sempre lavorare 🙂