Archive for Novembre, 2006

Torta salata “porca”

venerdì, Novembre 10th, 2006

Come non definirla altrimenti?
Ho preso il solito impasto per brioche salata degli scribacchini, che ormai amo pazzamente.
Ho rosolato mezza cipolla in un wok, quando era tenera ho aggiunto per primi dei cubetti di zucca, poi del radicchio a striscioline. Sale, pepe e cottura coperta all’inizio, poi ho scoperchiato per far asciugare i liquidi.
Ho steso metà impasto in una teglia 30×40 (avevo raddoppiato le dosi dell’impasto), ho disposto sopra delle fettine di speck, poi dell’asiago a pezzetti e infine zucca+radicchio, ormai cotti e raffreddati.
Ho coperto con la restante pasta, chiudendo bene il bordo, e ho infornato per una mezz’ora a 175 gradi.
Buonisssssssima! Non avevo mai pensato all’accostamento zucca-radicchio, è delizioso. Proverò a farci un risottino…
Niente foto purtroppo 🙂

Il topo e il riccio

giovedì, Novembre 9th, 2006

Tutto è iniziato qualche tempo fa. Il consorte uscendo dalla cantina mi dice, con fare accusatorio: “Ma insomma, io è tanto che non vado in cantina, ma tu ci vai spesso! Perché non ti sei accorta che c’è un topo che ci razzola?”. Mortificatissima vado a vedere. Maremma maiala che casino! I semi della scatola di sementi per il prato, sparsi ovunque. Cacche su tutti i ripiani degli scaffali! Un macello!
Io ovviamente non mi ero accorta di quel casino macroscopico, doveva essere successo da poco.
Quindi quella domenica, che bello, l’abbiamo passata svuotando la cantina, lavando il pavimento e ogni singolo barattolo e bottiglia, compresi tutti i ripiani degli scaffali.
Qualcuno penserà: ma con tutti e 5 i gatti, non riesci a risolvere il problema? Eh no! Quelli stanno troppo nutriti. Poi però ho letto un articolo di Vita in campagna, che diceva che anche se ben nutrito, un gatto non può resistere alla tentazione di cacciare i topi. Allora ho deciso che i miei sono degli stramaledetti perdigiorno.
Quindi abbiamo dapprima messo le “caramelle” che ammazzano i topi, ma prima li costringono ad andare all’aperto a cercare aria. Le trovavamo rosicchiate, a volte non le trovavamo, ma del topo nessuna ombra.
Poi abbiamo iniziato a sentirlo rosicchiare in un muro esterno. Il panico. La paura di vederselo in casa all’improvviso. La decisione, ieri, di mettere trappole con la colla. Stamattina lo abbiamo trovato, è un topetto di campagna, 8cm con tutta la coda. Vi risparmio la foto. Fa abbastanza pena, poveretto. Ma d’altra parte, voler cercare di fare la tana sotto una casa… con tutto il giardino e l’orto a disposizione…
Ma contestualmente abbiamo capito perché, forse, non voleva fare la tana all’aperto: abbiamo fatto la conoscenza di un riccio. E di questo, signori miei, vi mostro orgogliosissima una bella foto:
Riccio
Sta facendo il finto morto perché, mentre facevo la foto, tutti i gatti gli giravano cautamente attorno, ma a una certa furbesca distanza… 😀

Gatterie

mercoledì, Novembre 8th, 2006

Jak è sempre più bello e vaporoso. Lo amo alla follia e lui non si sa se ci ama, di sicuro ci usa per farsi fare una badilata di coccole ogni volta. E non si stanca mai 🙂
Jak / 1Jak / 2Jak / 3

Titta
è una recente conoscenza, ha un carattere simpatico ed è molto attenta alla circolazione di cibo che le può interessare…
titta01titta02

Oh-mio-dio

martedì, Novembre 7th, 2006

Dicono che potrebbero sposarsi proprio qui vicino.

Io spero che sia soltanto il classico tentativo di depistaggio…

Umore nero

lunedì, Novembre 6th, 2006

Essendo lunedì, la scusa per il malumore è banale.
Ma c’è di più.

Oggi sono venuta in ufficio per due soli motivi:
1) parlare con il giornalaio che arricchisco da ormai 2 anni, e chiedergli perché mai uno dei due dvd del Dr.House che ho comprato da lui era vuoto, ovvero nella custodia incellophanata non c’era nulla;
2) parlare con qualcuno in amministrazione, dove mi dovrebbero conoscere da 2 anni ormai, e chiedere perché mai per il mese di ottobre sono stata pagata per metà.

Tutto il resto è chiacchiere e distintivo.

Il mare

domenica, Novembre 5th, 2006

Sembra incredibile, ma vivendo relativamente così vicini al mare, era qualche anno che non lo vedevamo.
In compenso ci siamo fatti delle gran belle nuotate al lago di Bracciano e a quello di Martignano!
Però il mare ha sempre il suo fascino, anche quando non è proprio pulito e la zona non è bellissima. Domenica scorsa siamo stati a Fiumicino, in realtà per accompagnare la suocera all’aeroporto; poi siccome era presto e volevamo andare a fare spese pazze (in realtà poi sono state ragionatissime) al Parco Leonardo, siamo andati al porto di Fiumicino a fare una passeggiatina e a prendere un cappuccino. Il mare era bellissimo.
OrmePescatore / 2Mare
Abbiamo convenuto che, non appena la signora Typesetter tornerà da queste parti, una magnata di pesce a Fiumicino assieme a lei non ce la toglierà nessuno 🙂
AncoraPescatore / 1
Per finire una confessione: è colpa mia se il tempo si sta comportando in questo modo strano, prima troppo caldo, ora troppo freddo. Il motivo è che al Parco Leonardo… ho comprato… una… minigonna… (e già questo, da solo, è destabilizzante!). Ma non è finita qui… l’ho comprata… di colore…. non nero!!! 😀

Spezzatino bianco con patate e purè di carote

sabato, Novembre 4th, 2006

Spezzatino bianco con patate e purè di carote
Il freddo incalza e la sera c’è veramente bisogno di cibi caldi. L’insalata mette freddo, a meno che non sia preceduta da una tazza di brodo fumante.
Sono andata dal macellaio di fiducia e gli ho chiesto della carne per spezzatino. Lui risponde con la solita domanda “in bianco o con il sugo?”. Amo quell’uomo! Rispondo “in bianco” e so perfettamente che lui mi darà il giusto taglio di carne affinché lo spezzatino sia bello morbido.
Metto a rosolare un paio di scalogni in poco olio, aggiungo la carne leggermente infarinata, faccio rosolare per bene, poi verso il vino per sfumare.
A parte ho messo a cuocere delle carote in poca acqua. Devono essere ben cotte altrimenti la fatica con lo schiacciapatate è terribile! Uso parte del brodo di carote per proseguire la cottura dello spezzatino, salando con un sale speziato. Verso la fine aggiungo dei tocchetti di patate a pasta bianca e quando le patate sono cotte, spengo e lascio riposare un pochino.
Il purè di carote si prepara allo stesso modo di quello di patate: pezzetto di burro in un tegame, polpa di carote, poi latte caldo, sale, noce moscata, per finire -se piace- una manciata di parmiggiano.
Non c’è bisogno che io dica, vero, che si è fatta la scarpetta per pulire a fondo il tegame??? 🙂

Stamattina

venerdì, Novembre 3rd, 2006

… sul balcone c’erano 5 gradi.
Sono corsa a prendere tutte le sciarpe e i guanti e i cappelli dall’armadio a muro, ma soprattutto: i collari in pile per quando vado in sputer, e il coprigambe.
I gatti hanno riscoperto la comodità della cuccia di legno che gli ho costruito l’anno scorso. In realtà mi sono arenata sul progetto della seconda cuccia, perché ho comprato le assi di legno in due tempi diversi, e non mi sono accorta che non erano larghe perfettamente uguale. Quando ho iniziato ad assemblare la cuccia, mi sono resa conto del ciofecone che stava venendo fuori e l’ho abbandonata rabbiosamente. Ora devo recuperare il progetto e altre assi, tutte della stessa misura, e farla in fretta!!!
È proprio tempo che si faccia la polenta, ecco. L’ho detto.

Per finire, altra lieta novella: ieri era è nata Elisa Emma. Benvenuta anche a te, Elisa (o Emma?) 🙂

Il meme dell’Artusi

giovedì, Novembre 2nd, 2006

Torta mantovana
Potevo evitare di partecipare anche a questo meme proposto da Gourmet?
Dell’Artusi ho una copia tascabile moderna, più una vecchia edizione nella libreria della casetta abruzzese. Però la versione che consulto di più è quella in HTML che ho salvato nella mia cartella di ricette. È comoda!
Leggiucchiando qua e là ho trovato la ricetta della Torta mantovana (n.577), e ho finalmente scoperto perché mia mamma fa questa torta, che chiama mantovana, e che spesso le criticano perché dicono che, a Mantova, una torta così non esiste. La ricetta di mia mamma l’avevo già pubblicata sul mio vecchio blog.
Ho provato quindi a fare la Torta mantovana con la ricetta dell’Artusi, ma con l’accortezza di non preriscaldare il forno, come da ricetta di mammà. Ho lasciato le mandorle e i pinoli interi, mi piace di più. Ho anche abbondato e ne ho messi 75g. Al posto della buccia di limone, ho usato la vaniglia: credo che sia più indicata.
La si può definire una torta-lampo: si può tranquillamente fare in meno di 1h. Mentre mescolo le uova con lo zucchero e la vaniglia (o la buccia di limone), il burro si può far sciogliere nel microonde a potenza minima. È importante che il burro si sciolga ma non arrivi a scaldarsi troppo. Quindi aggiungo la farina, il burro fuso e, con quelle meraviglie di spatole in silicone, verso l’impasto in una teglia unta di burro e infarinata. Livello bene la superficie e verso pinoli e mandorle. A questo punto imposto il forno a 175 gradi circa, metto il timer a 25 minuti e posso dedicarmi a rigovernare i -pochi- attrezzi usati e sporcati.
È importante fasare bene il proprio forno a questa torta: ho verificato e ormai sono certa della causa, che se l’impasto raggiunge la temperatura troppo in fretta, fa “le bolle”, ovvero la superficie, da vellutata quale era, diventa bucherellata, segno che il burro nell’impasto si è separato dall’acqua che contiene. È per questo motivo che, per questa torta, l’uso di un burro buono è fondamentale, come è fondamentale non preriscaldare il forno.
La torta ha una consistenza fantastica, ottima per il te delle cinque o per la colazione in genere. Bisogna fare attenzione al grado di cottura: la superficie non deve colorarsi troppo o perderà in morbidezza.
Una curiosità: io e mia madre usiamo la stessa ricetta, ma questa torta ci viene leggermente diversa. Abbiamo deciso che la colpa in parte è del fatto che il suo forno è a gas (ed è 90cm!) e il mio è elettrico (60cm), in parte anche il diametro e il materiale della teglia usata. Io ne uso una di alluminio da 29cm, lei usa delle teglie antiaderenti (che non hanno bisogno quindi di burro + farina) di diametro poco maggiore.

Come è finita

mercoledì, Novembre 1st, 2006

La zucca che ho messo sulla porta di casa ha scatenato le risate dei vicini. Vabbè.
Ieri in serata sono uscita e ho notato diversi gruppetti di bambini/ragazzi vestiti per l’occasione: questo mi ha rincuorata un po’ e ho comprato alcuni dolcetti, per ogni evenienza.

(Ho pensato: “in questo cazzo di paese non riesco a trovare 1kg di farina di segale, ma almeno halloween lo conoscono!”)

Tornata a casa ho deciso di non accendere i lumini, perché la partecipazione nella strada era praticamente prossima allo zero.
Dopo cena il solito schianto sul divano, a sonnecchiare con la tv accesa e il gatto Mickey ronfante sottobraccio. Non ho quindi sentito il citofono quando, finalmente, tre 18enni hanno suonato e chiesto “dolcetto o scherzetto?“.
Il marito gli ha mollato i dolcetti ed è finita lì. Mi viene da ridere al pensiero di cosa avranno risposto i vicini alla citofonata 🙂

E terminiamo con una lieta notizia: oggi è nata Irene, sorella di Jacopo e Isabel. Benvenuta, Irene 🙂