Le patate nel bidon

Sarà che in questi giorni, ogni volta che uso l’auto, ascolto l’audiolibro in inglese di Harry Potter 5, non so…

Weasley was born in a bin
he always lets the quaffle in
Weasley will make sure we win
Weasley is our king

Oppure, anche la versione in italiano era simpatica:

Weasley è nato in un bidon
ha la testa nel pallon
vinceremo noi perchè
perchè Weasley è il nostro re

Ok, mi ricompongo subito. Non prima di aver ringraziato Erbaviola per la nomination, acciderbolina! La nomination ha causato una botta di vita al blog, come potrete vedere, spero, nei prossimi giorni. Di cose da scrivere ne ho tantissime, il tempo è tiranno ma cercherò di forzare il limite massimo di 24 ore per giorno 🙂

Veniamo finalmente al titolo del post. Come già detto in precedenza, amo Jamie Oliver. E appena posso ne copio le gesta. Potevo quindi lasciarmi scappare, in una puntata di Jamie at Home, la sperimentazione delle patate nel bidon? Naaaa figuriamoci!
L’impresa ha richiesto qualche tempo tecnico: tra la metabolizzazione delle informazioni, il reperimento del materiale necessario, il richiamo al coraggio e alla determinazione, la moratoria alla mancanza di tempo cronica sono passati diversi mesi.

Nel frattempo avevo tenuto faticosamente da parte delle splendide patate abruzzesi, che dopo qualche mese nella luminosa cucina avevano emesso dei bei germogli; nessuna era marcita, a differenza delle patate in vendita nei supermercati!
Patate / 1
Patate abruzzesi da coltivazione biologica

Ho trovato il bidone perfetto in una delle tante agricole di zona. Ormai ho un piccolo elenco di posti dove trovare quello che serve per il nostro piccolo orto. Il bidone, di plastica nera, è alto poco più di un metro. Sul fondo ho fatto dei buchi con il trapano, li ho coperti con pezzi di vecchi vasi di terracotta per facilitare il drenaggio, ho disposto un primo strato di terriccio universale alto circa 20cm. A questo punto ho disposto le patate, ricoprendole di altro terriccio.

Patate / 2
Le patate disposte nel bidone

Siccome faceva ancora piuttosto freddo (era il 10 febbraio), ho coperto il bidone con del tessuto non tessuto (TNT). Nelle ore più calde, in assenza di pioggia, scoprivo il bidone per far areare bene.
Le piantine sono cresciute in due settimane. Il bidone di plastica nera ha funzionato come serra, catturando i raggi del sole e tenendo quindi caldo il terriccio e le piantine. Inoltre avevo sollevato dal pavimento il bidone per garantire maggiore isolamento dal freddo della notte.
Adesso che è passato un mese, le piantine non vengono più coperte dal TNT durante la notte.

Mi rendo conto che non ho ancora spiegato il senso della coltivazione nel bidone! Nella coltivazione tradizionale le patate vengono seminate in “terreno di medio impasto, sciolto, ricco di hummus, potassio e fosforo. Deve contenere poco calcio e avere un pH leggermente acido” (cit. Orto – Manuale pratico, la mia bibbia), occupando un considerevole spazio per circa 4 mesi. Viene consigliato di non coltivare la patate nello stesso terreno prima di 5 anni. Inoltre la patata teme la concorrenza delle infestanti, quindi necessita di numerose scerbature. La raccolta avviene con la forca, per non rovinare i tuberi. Si usa rincalzare la patata portando la terra al colletto. Questa pratica, utile per esempio anche ai finocchi, consente di avere un aumento nella quantità di prodotto.
In tutte queste indicazioni ho visto troppe difficoltà per chi, come me, fa del giardinaggio un hobby part-part-part-time. Ecco perché l’uso del bidone mi è sembrato geniale:
– nel bidone uso terriccio universale, nuovo, libero da semi di infestanti, ben sciolto;
– dopo i 4 mesi rovescio semplicemente il bidone, estraggo le patate e distribuisco il terriccio nell’orto;
– non mi devo spaccare la schiena lavorando il terreno prima, in un periodo in cui pioggia e gelo renderebbe il lavoro faticosserrimo, e dopo (a giugno quando fa già caldo);
– la pratica della rincalzatura viene esasperata, effettuando rincalzi di terriccio ogni 2 settimane circa, costringendo la pianta ad “allungarsi” e produrre più “grappoli” di patate;
– posso produrre un bidone alla volta, o due bidoni in tempi differiti, evitando di dover stoccare le patate in eccesso;
– lascio la superficie dell’orto libera per altre colture;
– posso produrre patate praticamente a ciclo continuo, con le dovute accortezze nei mesi più gelidi;
– le piante vengono protette dai gatti e altri animali che potrebbero danneggiarle.

Patate / 3
Le patate dopo 3 settimane dalla semina

L’esperimento non è ancora concluso. In realtà i bidoni sono due, ho riciclato un mastello alto circa 50cm come secondo bidone. Non so se riusciremo davvero a mangiare qualche patata 🙂
In ogni caso è stato un esperimento simpatico!

65 Responses to “Le patate nel bidon”

  1. vittorio ha detto:

    Interessante esperimento! le patate tolte dalla terra e subito consumate hanno un sapore da urlo, a cui non siamo più tanto abituati.

  2. sandra ha detto:

    Che belleeeeee!!! 🙂
    Si sono evolute Consy… Ma vedremo anche i fagioli nel bidon? 😀
    Saluta il gruppo gattofilo!^-^

  3. Marinella ha detto:

    Ciao, conosco questo sistema, non ho mai provato personalmente, ma chi me lo ha raccontato, usava dei vecchi pneumatici come bidone, aggiungendo un pneumatico e relativo terriccio ad ogni rincalzo. Un modo alternativo di usare i vecchi copertoni. Pare in effetti che la produzione di patate sia decisamente superiore. Aspetto di vedere i tuoi risultati.

  4. Erbaviola.com ha detto:

    Ciao Consy, finalmente sei tornata! 😀 Quest’idea delle patate nel bidone mi attira ma non mi è chiara una cosa: le hai messe così in fondo al bidone perché man mano aggiungerai terra per farle allungare? Ho capito bene? (o sono la solita torda?) Abbraccione!

  5. Federico ha detto:

    Le patate nel bidon e i finocchi col forcon… ma cosa sta diventando questo blog?
    🙂
    PS sabato scorso ci siamo rifatti la fonduta con un paio di vicini di casa, la variante rispetto a quella cui avete partecipato te e Fede è stat l’aggiunta di un cucchiaio di fecola ed un sorso di grappa (al posto del Kirsch che l’altra volta non ci avevo messo proprio), ce semo ‘mbriacati tutti ma è venuta proprio OK 😉

  6. Federico ha detto:

    Ormai questo è un blog nel BIDON…
    😀

  7. Federico ha detto:

    Ma insomma perchè non fungono ‘sti emoticon???

  8. .MOz ha detto:

    Vuoi dirmi che tu hai gli audiolibri in inglese di tutta la Potter saga? INVIDIA!!! io mi ero informato ma sono svenuto sui costi 🙁

  9. consy ha detto:

    @.MOz sono effettivamente carucci 🙂

    @Federico te stai a divertì eh! Preparatevi per un bbq imminente! Ah, la fonduta senza Kirsh era comunque goduriosissima!

    @Tutti grazie, nel frattempo le birichine sono cresciute e hanno superato l’altezza del bidon, prima che potessi rincalzarle ancora! Vediamo cosa uscirà fuori. Magari saranno sufficienti per una bella teglia di patate arrosto 🙂

  10. Andrea ha detto:

    Anch’io sto facendo quest’esperimento! Però in un fusto di metallo da 220 litri, quello usato per l’olio dai meccanici, uso una miscela di terriccio universale, terra dell’orto e letame pellettato (il terriccio da solo tende a restringersi e diventare duro, uso la terra per renderlo un po’ più sciolto).
    Le patate “filano” un po’ per carenza di luce finchè si trovano nei “piani bassi” del bidone, ho già rincalzato di un 20 centimetri.
    Non ricordo la fonte di questa “ricetta”, ma per un bidone del genere con tre patate dentro vantavano una resa di un quintale…
    Che patate sono le tue abruzzesi? Io sto provando con le desiree, rosse a pasta gialla.

  11. Nicola ha detto:

    Buongiorno!
    Ottima tecnica la patata nel bidone! E da ottime rese (sono due anni che la uso). In realtà, data la mia indole un po’ cialtronesca, il mio mito rimane Ruth Stout che per seminare patate le buttava fuori dalla finestra, io utilizzo una torre di copertoni. Parto con uno e li aggiungo man mano che la pianta cresce. I copertoni non dovrebbero rilasciare sostanze nocive (o per lo meno non esistono documenti rintracciabili in cui questo sia segnalato) ma non è comunque un problema perchè non aggiungi terra (una faticaccia che se posso mi evito 🙂 ) ma paglia, foglie ed un po’ di compost quindi non vi è un reale passaggio di sostanze tra copertone e terra… non c’è terra! e quando vuoi le patate basta sollevare i copertoni. Zero fatica, buona resa e tempo per prendere il sole!
    Complimenti per il tuo lavoro (sto gironzolando un po’ tra i tuoi link e post…)
    Saluti!

  12. consy ha detto:

    Ciao Andrea anche io ho usato delle rosse a pasta gialla, ma non so se sono le desiree. Magari ne venissero un quintale! Sarebbe un risultato insperato 🙂

    Nicola anche tu con i copertoni, fantastico! Ho sbirciato le foto… bellissime! Ci si risente per la raccolta 🙂

  13. Marco Arzani ha detto:

    Articolo veramente interessante.Complimenti!
    Spero in futuro di trovare nuovi post sull’argomento trattato.

  14. Consy ha detto:

    Grazie Marco e… siamo vicini alla semina 2011!!! Domani vado a cercare le patate da seminare, quelle abruzzesi le abbiamo mangiate tutte 🙂

  15. pilonkea ha detto:

    ciao a tutti…ho letto con interesse che anche Voi come me , siete appassionati della “vil terra” amatorialmente e prendendone lo spunto, anche io , ho voluto provare la patata nel bidone…dunque e correggetemi se ho sbagliato, ho preso un bidone per la spazzatura nero con coperchio, dopo aver praticato dei fori con il trapano sul fondo, ho posto dei cocci di vaso per il drenaggio, sopra ho miscelato terriccio universale stallatico in pellets e ho riposto delle patate precedendemente divise tenendo conto dell’occhio sulla parte superiore…preciso che le mie patate non avevano germogliato ma , leggendo vari articoli e sentendo dei veterani della patata,ho raccolto informazioni che tanto nascono i germogli ugualmente…poi, ho ricoperto sempre con miscela di terriccio e stallatico per circa 10 cm. annaffiando abbondantemente per far aderire il composto perfettamente a dimora…ho seminato ieri, 29 gennaio, prendendo cura di coprire con il coperchio per la notte per eventuale gelo e riaprendolo questa mattina per fare entrare luce…da alcune persone , ho sentito che non c’è una stagione precisa per piantare le patate…alcuni le fanno tutto l’anno, avendo cura del freddo che è dannoso alla patata in quanto a +2° , si forma un processo chimico che la patata forma producendo zuccheri e impedendone la crescita e la produttivita’…spero di aver fatto bene e cmq., la frenesiia di provare , era troppo grande…fra un mese provo non un nuovo bidone e poi anche con il mese successivo…si stara’ a vedere che succedera’…un saluto a tutti e…buona raccolta..pilonkea

  16. Consy ha detto:

    @pilonkea tutto corretto, attendo risultati! Io sono un po’ pigra e quest’anno non ho ancora messo in moto i bidoni, spero di farlo entro febbraio!

  17. ornella ha detto:

    ciao anche io ho iniziato la coltivazione delle patate nel bidone spero di ottenere un buon risultato ,almeno quanto quello ottenuto nell’orto,coltivato dentro aiuole farmate da “cassoni “rialzati di mt 1x5x040 se interessa potete vederli su fb cercando, l’orto di ornella
    http://www.facebook.com/#!/pages/Lorto-di-Ornella/366101641720
    .Grazie x le cose interessanti che ho imparato da voi

  18. Consy ha detto:

    Che bello il tuo orto, Ornella!
    Belli i letti rialzati, mi piacerebbe copiarti l’idea!
    Appena torna il tempo bello mi rimetterò a paciugare nell’orto!

  19. Fachiro ha detto:

    Ero un giovanotto ancora, trent’anni fa quando seppi che la FAO per combattere la fame nel mondo suggeriva la coltivazione delle patate nel bidone (di ferro) nei paesi del terzo mondo. A dicembre sono diventato un pensionato di 62 anni e ho ricevuto l’orto dal mio Comune e la prima cosa che ho fatto è stata quella di procurarmi un bidone in ferro da 200 litri rivestito in porcellana all’interno per uso alimentare, presso l’azienda presso cui avevo finito di lavorare. Ho iniziato l’esperimento a metà Febbraio e ieri ho messo l’ultimo strato di terra. Le piante con i fiori strabordano, fra quindici giorni vuoterò e vedrò il risultato. Penso comunque che provare con la struttura in legno sia meno faticoso………..

  20. Consy ha detto:

    Fachiro attendo foto della raccolta!!!! Complimenti per il tuo orto ricevuto dal Comune 🙂

  21. Fachiro ha detto:

    Come spesso succede ora, ho trovato (intorno a me) un sacco di consiglieri.
    Nel bidone le piante e i fiori si vedono da lontano e mi dicono di attendere che cadano i fiori, che si formino delle palline se no le patate non sono mature,non sono proprio sicuro di ciò, ma aspetto giacchè i 4 mesi programmati non sono ancora passati, al peggio si potrà sempre ritentare.

  22. Fachiro ha detto:

    A Consy le foto le manderei, ma non ho l’indirizzo……

  23. Consy ha detto:

    Mettile su uno spazio gratuito in rete, tipo Flickr!

  24. lucy ha detto:

    Anch’io sono diversi anni che pratico la coltura delle patate nel bidone e solo quando la pianta è secca si può svuotare il bidone!

  25. ornella ha detto:

    Ragazzi la mia esperienza con le patate nel bidone è stato un vero fallimento, anche se credo di aver fatto tutto per benino, ma ci riprovo,ci riprovo e ci riprovo! Adesso ci sono dentro delle patate blu che mi ha regalato un mio amico svedese,chissà che cambiando colore le cose non vadano meglio?! Per il resto l’orto và a gonfie vele Buon orto a tutti!!!

  26. Gius ha detto:

    Va bè… dunque facciamo 4 conti: i tuberi si interrano a febbraio, meglio verso la fine mese. La raccolta è agosto inoltrato. Nel frattemplo mi sa dire come catz posso dare acqua al bidone se questo è pressappoco alto un metro? Oppure mi sa tanto, ecco spiegato l’arcano, le patate crescono a mezzo virtù dello spirito santo.
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